November 22, 2006

Ma stavolta Diliberto ha ragione

Un aggiornamento al post sulla manifestazione di Roma. Innanzitutto per raccomandare, a chi ancora non l'avesse fatto, di leggere cosa ha scritto Luca Ricolfi su La Stampa ("Chi intossica i ragazzi"). Grazie a Sergio Vivi, che in un commento a quel post mi ha segnalato l'articolo. In secondo luogo consiglio vivamente l'articolo su Libero di Fausto Carioti, divenuto post nel blog del giornalista medesimo (A Conservative Mind). Molto interessanti anche i links ad altre "risorse" (tra le quali il già citato articolo di Ricolfi). Prendete, ad esempio, questa cosa presa da Repubblica:

Su una cosa, però, il segretario dei Comunisti italiani ha ragione: quando, intervistato da Repubblica, sbotta contro i suoi alleati: «Quanto opportunismo nella condanna e quanta ipocrisia nei miei colleghi!».


D'accordissimo con Carioti: stavolta non si può non essere d'accordo con Diliberto. Chi l'avrebbe mai detto?

Eppure, solo il Cavaliere ci può salvare

Berlusconi lascia. Macché, è una bufala. Neanche il tempo di stropicciarmi gli occhi, ieri, dopo aver letto Libero, ed ecco che arriva la smentita. Confesso, però, che io, a Libero, ho creduto subito. E neanche perché il capo della CdL potrebbe, sì, aver detto ciò che gli viene attribuito, ma si trattava di parole in libertà, pronunciate durante un pranzo tra amici, e dunque da non prendere alla lettera, ecc., ecc. No, io ho creduto e credo tuttora che quelle parole non solo il Cavaliere le abbia dette, ma le abbia anche pensate e meditate. E questo per la semplice ragione che il primo annuncio corrisponde più o meno esattamente a ciò che a me sembrerebbe la soluzione più logica, quella più «normale».

Già, la soluzione più normale. Sfortunatamente, però, questo non è un Paese normale: è il ritornello che immancabilmente mi perseguita tutte le volte che provo a tracciare ideali linee rette nei miei vani ragionamenti sulle politica italiana. Cosa c’è di normale in un Paese in cui Diliberto fa il capo d un partito di governo e in una coalizione che, senza i comunisti, rifondati o meno, non potrebbe andare da nessuna parte? Poi, d’accordo, ci sono le contraddizioni in seno al centrodestra, anche se a me, sinceramente, sembrano quasi insignificanti rispetto a quelle della controparte: che cosa sono, per dire, le differenze tra Roberto Maroni e Adolfo Urso rispetto a quelle tra Antonio Polito e Francesco Caruso?

Comunque, qualcuno dovrebbe pur cominciare a lavorare seriamente per far sì che, un po’ alla volta, l’Italia “si normalizzi.” Ecco, questo, a mio avviso, è il punto: se aspettiamo che cominci la sinistra stiamo freschi … In altre parole, e lo dico senza ironia e senza arrière pensées, solo Berlusconi ci può salvare. Come? Penso che lo abbia spiegato abbastanza bene Andrea Romano con l’editoriale pubblicato su La Stampa di oggi. Romano—storico dell'Europa contemporanea, ex Direttore scientifico di Italianieuropei e autore di The Boy. Tony Blair e i destini della sinistra, il più documentato resoconto in lingua italiana della carriera politica del Primo ministro britannico—sarà anche di parte, ma lo è nella maniera giusta, cioè à la Luca Ricolfi, e dunque gli si può dar credito. Ecco la parte centrale dell’articolo:

Per il centrosinistra si aprirebbe una stagione nuova, nella quale diminuirebbe la tentazione di ricorrere a giorni alterni allo spauracchio del berlusconismo che torna. Forse non smetteremmo dall'oggi al domani di ascoltare il lamento sulla pesante eredità lasciata dal passato, sulle ferite ancora da cicatrizzare nella coscienza morale del paese, sull'urgenza di tirare la cinghia per rimediare ai danni provocati dai precedenti inquilini. Ma con il passare delle settimane l'attenzione di tutti andrebbe quasi naturalmente a posarsi sulle cose da fare nel lungo periodo, con sensibile giovamento alla prospettiva di un governo che potrebbe spiegare con maggiore serenità la direzione nella quale si sta muovendo. Perché quel governo avrebbe comunque di fronte a sé un'opposizione agguerrita e rigorosa, ma impegnata a cercare al proprio interno le risorse politiche e personali per voltare pagina. E chissà che a sinistra non si discuterebbe meglio anche di partito democratico e affini, potendo pensare al domani con più tranquillità.

Forse mettendo persino in cantiere un avvicendamento delle proprie classe dirigenti, con la dovuta pacatezza e i necessari onori per chi ha tenuto il timone tanto a lungo, ma associando quel capolavoro di ingegneria così difficile da vendere alle masse con l'arrivo di nuove leve né postcomuniste, né postsocialiste né postdemocristiane.

Ma anche per il centrodestra gli effetti di un avvenimento tanto normale non sarebbero meno salutari. In fondo molte sue personalità di rilievo potrebbero liberare una buona parte della giornata dal compito di rassicurare Berlusconi della propria lealtà, dedicandosi finalmente a discutere di politica.


And this is the way of life


Have you ever noticed a tree standing naked against the sky, how beautiful it is? All its branches are outlined, and in its nakedness there is a poem, there is a song. Every leaf is gone and it is waiting for the spring. When the spring comes it again fills the tree with the music of many leaves, which, in due season ,fall and are blown away. And this is the way of life.

—Krishnamurti