December 1, 2007

Tu es Petrus

Io sono convinto che la questione della giustizia costituisce l’argomento essenziale, in ogni caso l’argomento più forte, in favore della fede nella vita eterna.

Così scrive Benedetto XVI nella nuova enciclica, Spe Salvi. Citazione colta al volo da Luigi Accattoli, che l'ha riportata nel suo blog. “Colpisce sempre—nota il vaticanista del Corriere—un papa che dice «io sono convinto».” In effetti. Tutto ciò che quelle tre parolette mi hanno fatto venire in mente lì per lì lo potete leggere nel primo dei commenti al post.

Ma chi diavolo crede di essere?

In effetti, il mascalzone è furbissimo, si nasconde, si camuffa, e soprattutto ti vuol convincere della sua propria non-esistenza. E a quanto pare ci riesce alla grande, facendo fare figure barbine a coloro i quali continuano imperterriti a credere il contrario. Peggio ancora: costoro devono aspettarsi di essere passati per le armi in vario modo. Oggi, evidentemente, un castigo mediatico è quello più probabile. E’ andata così per Padre Pio: perseguitato in vita (soprattutto dai «suoi») secondo le modalità più micidiali del suo tempo, e dopo la morte, appunto sui giornali, Corriere in testa.

Questa, all’incirca, è l’opinione di Pietrangelo Buffafuoco, che nel paginone del Foglio di giovedì ha “menato come un fabbro” (et pour cause!) cercando di rendere la pariglia. Naturalmente ho copiato e incollato il tutto qui, ché Il Foglio, purtroppo, mantiene a portata di link solo poche cose, e spesso non le più essenziali. Stessa cosa ho fatto qui con l’articolo di Gianni Baget Bozzo, che si occupa di Padre Pio da un altro punto di vista, non meno essenziale:


Tutta la storia di Padre Pio è segnata da un intervento misterioso, quasi che Dio volesse in lui dare un segno visibile della sua presenza, un segno piccolo, come i miracoli del vangelo, ma carico di simbolo. La chiesa cattolica esprime il divino mediante cose umane, materiali: il pane e il vino, l’acqua, l’olio, il sì degli sposi: il simbolo conduce direttamente al divino. San Pio è stato in questo caso il simbolo dell’intervento della divina Provvidenza nei casi difficili, un santo guaritore, come Cosma e Damiano. E il simbolo di Padre Pio ci dice che Dio ha cura di noi. Ciò, in analogia al principio sacramentale, vuol dire che Padre Pio è un segno della Provvidenza nei casi minuti della vita. Quello che i beneficati da Padre Pio hanno ricevuto dal santo, non è soltanto la beneficenza, è l’amore divino verso di loro. Non hanno ricevuto soltanto la vita umana, ma anche la vita divina.

E tuttavia don Gianni non ignora affatto il côté caro a Buttafuoco. Infatti ci è tornato ieri su La Stampa, sia pure con un piglio più ottimistico :


La Chiesa cattolica ha scelto di valutare a un tempo la profondità del Male, ciò che la fede chiama Satana, ma anche il fatto che l’uomo è creato e redento e che con la sua azione può giungere a vivere il suo mondo in pace. [Leggi il resto]

E’ in effetti il tema della redenzione, quello che ha ispirato entrambi gli interventi di Baget Bozzo. Un argomento molto difficile da trattare, oggi. Con la sua vita e le sue opere Padre Pio testimonia ciò che quasi nessuno sembra più voler ricordare, e cioè che “Cristo ci redime con il suo sangue.” Ma, appunto,


[c]hi predica più oggi la redenzione? E soprattutto chi ricorda che la Messa è il rinnovamento del sacrificio della croce e che il prete lo compie rappresentando la persona di Cristo: in persona Christi, come dice la sacra formula. E oggi una liturgia, che ha tolto lo sguardo comune dei fedeli del prete verso il crocifisso e verso l’altare e tutto sembra un banchetto, e talvolta una scampagnata, queste verità sono divenute intrasmissibili.

Verità divenute intrasmissibili, dunque. Non è forse per aver testimoniato il contrario, cioè la trasmissibilità, malgrado tutto, di quelle verità che Padre Pio è diventato “indigesto” all’establishment culturale e mediatico? Non solo questo frate ha avuto l’ardire di ricordare al mondo che Satana esiste, ha pure preteso di testimoniare il non-testimoniabile! E come se non bastasse lo ha fatto in barba ai sapienti, agli intellettuali e, last but not least, ai teologi, cioè parlando ai cuori dei “semplici fedeli” e, udite udite, delle vecchiette …


Barbara Spinelli ritiene che solo i teologi che rimangono attaccati allo «spirito del Concilio» siano la vera Chiesa (strano assunto per un laico). Sembra dimenticare che la Chiesa è una religione e che è stata salvata come religione da tre grandi papi: Paolo, Giovanni Paolo e Benedetto. Ma, prima di tutto, dai semplici fedeli, gli stessi che in Russia, vecchie e povere donne, continuavano ad assistere alla celebrazione della liturgia divina nei limiti in cui il comunismo lo permetteva. Anche la Chiesa ortodossa ha potuto vivere grazie alla liturgia e alle vecchiette. Accade sempre che siano i fedeli a conservare il mistero della fede quando i teologi tutto subordinano alle vie della ragione. Ma la ragione non sa dare un fine all’uomo, non sa spiegare il senso della vita.


Non è forse imperdonabile tutto questo? Evidentemente lo è, eccome se lo è.

Ah, dimenticavo, nel frattempo è uscito Il segreto di Padre Pio, di Antonio Socci. Qui potete leggerne a sbafo alcune pagine (ma per poi correre subito in libreria: è quasi Natale ...), mentre qui trovate il video della puntata di Otto e mezzo nella quale l’autore ha presentato il libro. Qui, infine, l'articolo di Socci uscito su Libero del 25 ottobre scorso.