October 1, 2007

Sarko affonda la politica estera italiana

Il Panebianco che graffia e fa male è tornato. Se non sbaglio era un po’ di tempo che non lo si vedeva in azione. Stavolta il bersaglio è la politica estera del governo italiano, e l’obiettivo mi pare sia stato centrato e affondato con un colpo solo. Con la vittoria di Sarkozy è venuta meno la sponda francese, essenziale per D’Alema e Prodi, che vi puntavano le loro carte per non incorrere nei veti delle componenti massimalistiche del loro governo, ed ora l’Italia rischia l’isolamento internazionale. L’era delle ambiguità, comunque, è finita. Il caso Iran sarà la cartina di tornasole di questa nuova realtà, con un Bernard Kouchner che ha preso definitivamente atto che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, bloccato dai veti russi e cinesi, non serve più a niente, e dunque propone che sia l'Europa a imporre proprie sanzioni agli iraniani. Insomma,

che farà l'Italia se sulle sanzioni la Francia otterrà l'assenso della Germania e di altri Paesi europei? Sceglierà di dissociarsi? Difficile crederlo. Anche dal punto di vista simbolico, continuare a nascondersi dietro l'ombra dell'Onu (impotente a causa delle posizioni russe e cinesi) rifiutando di partecipare a una azione concertata europea sarebbe assai difficile. Il dilemma può essere così riassunto: aderire a una iniziativa tutta «occidentale » (americana e europea) contro l'Iran al di fuori dell'Onu sarebbe impossibile per il governo Prodi a causa dei suoi equilibri interni di coalizione. Ma non aderire sarebbe altrettanto impossibile a causa dell'insostenibile isolamento italiano che ciò provocherebbe. Comunque vada, il tempo degli equilibrismi e delle ambiguità della politica estera italiana sembra ormai scaduto.