January 23, 2007

Martini, Sofri e gli accordi sull'aldiquà

Il post arriva un po’ in ritardo, ma che non mi sia riuscito di provvedere prima non è una buona ragione per rinunciare a segnalare due cose (in una) a cui tengo molto, vale a dire il commento di Adriano Sofri (la Repubblica di ieri) all’intervento di Carlo Maria Martini sul caso Welby (Il Sole-24 Ore di domenica scorsa). Personalmente mi ritrovo abbastanza sia nella riflessione del cardinale sia nella “lettura” che ne propone il commentatore. Interessante anche il riferimento alla recente legge francese, che secondo Martini avrebbe trovato “un equilibrio se non perfetto, almeno capace di realizzare un sufficiente consenso in una società pluralista.” Eccone un passaggio cruciale, cioè l’articolo 6:

Quando una persona, in fase avanzata o terminale di una patologia grave e incurabile, decide di limitare o di sospendere qualsiasi trattamento, il medico ne rispetta la volontà dopo averla informata delle conseguenze della sua scelta... Il medico tutela la dignità del moribondo e assicura la qualità della sua fine di vita somministrando le cure … [stabilite in altri articoli]

Ottima la chiusa di Adriano Sofri: prima esprime vivo apprezzamento per l’approccio del cardinale a questa delicatissima materia (“edificante lettura […] bello poter usare per una volta sul serio l'aggettivo edificante”), poi dice di non sapere

che cosa pensi il cardinale, che qui non ne parla, dell'argomento per cui la vita non è nostra, ma di Dio. Spero che pensi che Dio, anche questo Dio proprietario, preferisca rendere le sue creature responsabili della propria vita, piuttosto che affidarle allo Stato, o alla Chiesa, o a qualche altra concessionaria.

Poi conclude così:

Il resoconto del bell’articolo di Martini sarebbe mutilo se non citassi il periodo che lo chiude, e che nel suo caso non è un orpello retorico. "E soltanto guardando più in alto e più oltre che e possibile valutare l'insieme della nostra esistenza e di giudicarla alla luce non di criteri puramente terreni, bensì sotto il mistero della misericordia di Dio e della promessa della vita eterna”. Si può dunque essere d'accordo sull'aldiquà anche se non si guardi allo stesso modo più oltre.

Sì, credo anch’io che si possa concordare sull'aldiquà … a prescindere da tutto il resto. Qualche giorno fa mi capitava per l’appunto di fare la stessa considerazione su tutta un’altra storia, ma sempre con lo stesso “interlocutore.”