August 20, 2006

Tabucchi: contro Ciampi (da non perdere)

E’ stata una giornata spettacolosa. Mare calmo, aria limpida e fresca, nuvole bianche e sottili, allungate dai venti. Sole. Perché lasciarsi distrarre dall’attualità politica?

A notte inoltrata, però, un colpo di coda. Una folgorazione. Il solito Antonio Tabucchi sul manifesto. Di lasciar perdere neanche se ne parla. Scrive a Ciampi (per la decima o undicesima volta, mi dicono). L’esordio, stavolta, è degno di Cicerone. Spalancare le pupille, please:

"Illustre Presidente della Repubblica Italiana, non è la prima volta che Le pongo questioni. Lei lo ricorderà, anche se di norma non risponde. Cominciai con una Sua frase, secondo me assai infelice, di comprensione verso i cosiddetti "ragazzi di Salò". L'Italia, come è noto, non ha mai fatto né pulizia né ammenda, neppure simbolica, come la Francia e la Germania, del proprio sordido passato; e infatti oggi nell'attuale governo ci sono segretari o sottosegretari ex-repubblichini (fucilatori?) che ho sentito pubblicamente vantare nei Suoi confronti amicizia e confidenza. A me non piace. A Lei piace? Lei, che si dice abbia fatto la Resistenza, a tali questioni come dicevo non risponde. Ma, per usare una formula di moda oggi in Italia, 'mi consenta' di insistere. (...)."

Come sapete, io sono un grande estimatore del Tabucchi. E, se ho sempre espresso disgusto per quanti giocano volgarmente con le parole trasformando i cognomi, a fortiori mi ribello con sdegno a coloro i quali non si peritano di dilettarsi nella squallida arte a spese del Nostro, andando a cogliere somigliasnze, rime e assonanze tanto più spregevoli quanto più si riferiscono ad un Autore di grande profondità e maestria, in guisa tale da farlo divenire di volta in volta il Signor Mammalucchi, Messer Trucchi, e via discorrendo. Dirò di più: un fremito di rabbia mi prende ogni volta—e accade spesso, purtroppo—che mi imbatto in siffatti usurpatori della pubblica attenzione!

Sono un estimatore di Antonio Tabucchi, dicevo, e quindi non sono proprio imparziale. Ma come posso tacere la mia strabiliate ammirazione per le parole che ho citato?

Quel magnifico accenno al passato del Presidente ("Lei, che si dice abbia fatto la Resistenza"), quella sublime ironia, quella finezza nel mettere vagamente in dubbio ciò che è di pubblico dominio, sfidando il buon senso e financo il buon gusto oltre che l’intelligenza! Superbo! Impavido Tabucchi! E quella citazione, quel "per usare una formula di moda oggi in Italia, "mi consenta" di insistere"? La sottile allusione al Berlusca è veramente di una originalità e di una genialità senza pari!

Risparmio a chi legge queste misere note il resoconto del seguito del coraggiosissimo j’accuse. Ma chi lo desidera lo potrà ritrovare in rete degnandosi di seguire il link diretto (o, se non funziona, cercando il pezzo sulla prima del manifesto del 4 di luglio (che era ieri, essendo oramai l’una di notte). E buona lettura!

[Il presente post è stato pubblicato per la prima volta presso windrosehotel.ilcannocchiale.it il 5 luglio 2003]

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