August 18, 2006

Iran, anche il manifesto recupera (o forse no)

Un articolo del manifesto di oggi affronta, con il coraggio che contraddistingue il "quotidiano comunista" da un po' di tempo in qua, la questione Iran. Fa chiarezza, ed era ora, su chi sono realmente i «mujaheddin del popolo». Ecco come:

Non tutti i dissidenti iraniani in piazza Farnese hanno condiviso la forma di lotta scelta dai mujaheddin e le loro finalità, e lo stesso accade in Iran: nonostante la protesta anti-ayatollah sia giunta ormai al nono giorno, i «mujaheddin del popolo» sono visti come equivoci, filoamericani e nemici di Tehran.

Ecco la parola magica: “filoamericani”! E’ ben vero—e il manifesto lo sa bene, anche se ha dimenticato di dirlo—che tanto negli Usa quanto nella Ue i mujaheddin sono nelle liste dei più pericolosi terroristi. Ma è ovvio che si tratta di un gioco delle parti : fingiamo di darti la caccia, ma in realtà ti proteggiamo. Chi vogliono fare fesso?

Per nostra fortuna c’è chi capisce le cose al volo e ha la pazienza e la generosità di spiegarle al volgo, che ringrazia commosso (e un po' confuso). Gli scettici diranno (seccati certamente, indignati giammai!) che questa è l’ennesima variante della Teoria del Grande Complotto. Al che i nostri coraggiosi cronisti potranno fin troppo facilmente replicare che non di teoremi si tratta ma di verità assodate, chiare come il sole. Più modestamente, agli accusatori io direi : e se anche fosse? Non sta forse scritto «Non di solo pane vive l’uomo»?

In altre parole: volete mettere? cosa è meglio tra la realtà e il sogno, tra la piatta quotidianità e l'immaginazione senza freni? Ma di questa e altre consimili convinzioni mi assumo soltanto io la responsabilità. Al manifesto lascio invece il monopolio, ben guadagnato, delle verità nascoste, note soltanto a loro, per grazia ricevuta.

[Il presente post è stato pubblicato per la prima volta presso windrosehotel.ilcannocchiale.it il 20 giugno 2003]

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